mercoledì 26 settembre 2012

Risvegli

Lui iniziava quando lei aveva ancora gli occhi chiusi ed il respiro era profondo e spingeva lontano le vele dei sogni, inghiottendo il reale nella bruma del sonno. E così non sapeva dare un senso al piacere inconscio che le solleticava la pelle. Ma un piacere strano ed indefinito come di una piuma a lambire i capezzoli, come di delicate fronde di una felce fatte scivolare tra le cosce.
Così le sue labbra disegnavano l'alba su quella schiena rosa e vellutata, e scorrevano golose sui fianchi morbidi, invitanti sentieri in carne che portavano al monte di Venere ed alle cui falde trovava ristoro dopo il digiuno; trovava sollievo alla sete di Lei.
La luce del nuovo giorno si irradiava oltre la coltre delle tende ed all'arrivo del primo raggio di Sole non un solo lembo di pelle era stato ignorato, in quel lussurioso banchetto di baci e carezze, tocchi e pennellate di lingua. In quell'avido ma gentile perlustrare il suo corpo e requisire il suo odore. 
Si alzava sazio eppure già affamato, in quel continuo nutrirsi di sensi e divorarsi l'anima.
 

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