lunedì 3 settembre 2012

Il "vangelo" del Gino

Gino si frugò nell'anima e saltaron fuori due soldi. Salì di buon passo da Matilde e la vide appoggiata allo stipite del portone. Burrosa di forme, nera e ribelle di chioma, bianca di pelle, come il latte dell'altopiano; verde di occhi e rossa di scialle. Per due soldi si faceva frugar dappertuto e ti apriva ogni suo buco possibile e immaginabile. La stessa sera trovaron Gino lungo la mulattiera, con la testa aperta dai briganti. Mentre il cuore gli era rimasto al cascinale.
 
"...ed il Padrone al ritorno riunì i suoi servi e chiese conto dei denari a loro affidati... <<E tu che ne hai fatto dei due talenti che ti diedi da amministrare?...>>"
(dalvangelosecondoboh!)
 
<<Sior, son servo stolto e inaffidabile. Ho avuto nulla dalla vita se non quelle due monete che poi eran, appunto, manco mie ma cazz...ops! ...scusa, ma te sai la Tilde, no?...che quella mi ha aperto il Mar Rosso e nel solco del suo Paradiso scorrean fiumi di ogni delizia...e tutto per due soldi.>> Accennò un impacciato inchino mostrando, nell'allontanarsi col berretto tra le mani, la testa fatta in due. Poi si voltò, intimidito e sfrontato. <<Che tanto sulla Terra funzionan solo così le cose.>> Riabbassò lo sguardo e nell'andarsene borbottò, <<Sulla Terra...ogni tanto...dagliela un'occhiata...>>

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