venerdì 4 gennaio 2013

L'orco ed il lupo

Il Lupo annusò l'aria pungente della sera invernale. Avanzò lento e tremante tra i rovi di gelso e i cespugli di biancospino. Si adagiò stancamente ai piedi dell'orco. Davanti un piccolo fuoco i due si salutarono con una occhiata, un muto e solidale cenno d'intesa tra poveri cristi.
- Mio buon vecchio compagno di sventure, riposa tranquillo. Finirà il nostro esilio, prima o poi. Quando finiranno le favole ed i principi azzurri mostreranno il loro turpe reale colore; quando delle principesse si vedrà il vero volto, senza finti sorrisi ed occhi angelici; quando agli "eroici" cacciatori cadranno di mano archi e fucili noi potremmo camminare liberi e fieri, non più disprezzati e reietti. La gente saprà che non siamo noi quelli che divorano vecchie e terrorizzano bambini o rapiscono e recidono ragazze in fiore. Non abbatterti amico. Allora capiranno chi sono i veri mostri.

Al "Gran Paradiso"

Sciroppo d'acero, tiepido, denso, ambrato. Lasciato cadere nel solco tra i seni scivola mollemente lungo la rientranza del ventre, teso e tremante. Novella Bo Derek sotto la lingua golosa di un orso Yoghi.
Seguire il lento scendere del succo e attendere, a bocca aperta, che valichi il Monte di Venere, si districhi nella soffice peluria ed affluisca lungo le grandi labbra, per consegnare al mio senso il nettare zuccherino arricchito dal suo piacere. Poi leccare, assaggiare, divorare. Due tette bianche e morbide come mozzarelle di bufala. Affondare i denti, succhiare capezzoli turgidi come ciliege.
Lei, distesa sul tavolo in massello ad offrirsi al mio pasto. Sapore di mirtilli scambiato nei baci, vaniglia sulle labbra ed il respiro alla cannella che scorre nel palato. 
Si mangia da Dio, al ''Gran Paradiso''.