tag:blogger.com,1999:blog-4637608787779773312024-02-06T20:45:04.245-08:00Voli con le Ali SpezzateTraiettorie ardite. Sfrecciate assurde. Passaggi folli che rasentano spuntoni crudi di roccia. Dove ci si spezza ossa, cuore ed Anima. E precipitare è un attimo. Ma a volare non si rinuncia. Mai.
Unknownnoreply@blogger.comBlogger129125tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-82865998649179850112015-03-27T14:38:00.002-07:002015-03-27T14:38:48.448-07:00LA CACCIA -DIECI ANNI DOPO- (racconti mignon)<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Quegli omicidi recavano la stessa inequivocabile firma.<br />Il commissario sorrise. Gli toccava rimandare la pensione.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-12876973787597341822015-03-27T14:34:00.001-07:002015-03-27T14:34:05.435-07:00INCRESCIOSO SCAMBIO DI ALLEGATI POSTALI (racconti mignon)<span style="font-size: large;">All'editore di "Trasgressioni 2000" la brochure sulle Celebrazioni Pentecostali. A don Eligio... oh cazz!</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-6385519333780363002015-03-27T14:28:00.002-07:002015-03-27T14:28:55.283-07:00IL BACIO (Scripta Volant tema: oscar)<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">La fissai incredulo. Bocca aperta e occhi sgranati. Lei mi sorrise. Era davvero bellissima. Uno schianto. Era un vero e proprio schianto di donna, come dicevano i giornali e come si vedeva al cinema. Anzi lo era molto di più.<br />Appoggia le mani sulle mie guance, stringe appena e si avvicina, lentamente. Indossa i guanti, lunghi fin sopra il gomito, come li aveva la Marylin, e sento la seta accarezzarmi la barba incolta. E' il momento del bacio. Inizia ad abbassare le palpebre e schiudere le labbra, e lo stesso devo fare io.<br />Così mi hanno detto. Chiudere gli occhi e lasciar fare a lei. Avrebbe pensato a sfruculiarmi le labbra e far giochetti di prestigio con la lingua.<br />Li fece, e io non ricordo più niente. Neanche lo "Stooop. Buona questa," sbottato dal regista con un impeto di liberazione, dopo averci fatto ripetere la scena diciotto volte.<br />Fu tutta lì, in quella slinguata, la mia parte nel film. Sì, non ci ho vinto l'Oscar ma... sticazzi.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-43281302482980157882015-03-08T13:29:00.001-07:002015-03-08T13:29:29.131-07:00L'EROE IN PENSIONE<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;">Don Diego, posata la spada, si armò di penna.<br />Le zeta scorrevano ora sulle natiche delle allegre senoritas.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-22461158655021450322015-02-27T10:33:00.000-08:002015-02-27T10:33:02.068-08:00Tibbs vs Dexter<div dir="ltr" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-stretch: normal; text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman';"><span style="font-size: large;">Tibbs!?! No! Lui? L'ispettore?</span></span></div>
<div dir="ltr" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-stretch: normal; text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman';"><span style="font-size: large;">Stentava
a credere ai suoi occhi quando lo vide entrare in centrale, stempiato e
con radi ciuffetti bianchi intorno alle orecchie; claudicante e con la
pancetta da impiegato prossimo alla pensione. Poi fece due calcoli e gli
risultò che in pensione avrebbe dovuto esserci da anni. "E' proprio
messo male il Dipartimento, se per incastrare un serial killer non ha
trovato di meglio che richiamare in prima linea una cariatide di
celluloide."</span></span></div>
<div dir="ltr" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-stretch: normal; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: 'Times New Roman';">Gli
si avvicinò, come tutti, a presentarsi con una stretta di mano.
Nonostante fosse nota la sua mancanza di emozioni non riuscì a non
provare una specie di pena mista a simpatia. Solo una specie però,
indefinita e fuggevole; poi tornò nel suo laboratorio e lo fissò
sbirciando tra le lamelle della tapparella interna. </span><span style="font-family: 'Times New Roman';">"Questa notte, Tibbs. Questa notte sarà la tua notte."</span></span></div>
<br />
<div dir="ltr" style="font-stretch: normal;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Per
tutto il giorno l'ispettore stette in riunione con gli agenti. Si
mostrò un tipo cordiale, affabile e con un brillante senso
dell'umorismo. In poche ore si era creato un team ben affiatato che, tra
una battuta e l'altra, riesaminò ogni indizio e tracciò diversi
profili, tutti lontani anni luce dal vero assassino che li fissava nascosto e a
cui ridevano gli occhi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="font-stretch: normal; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Il buon Tibbs aveva spento la tele e con le lenti sulla punta del naso scrutava il libretto con le preghiere della sera, quando colse un'ombra sfilargli alle spalle. Si voltò e vide Morgan, il tecnico del laboratorio di analisi, conosciuto in Centrale, guardarlo pacioso con ai fianchi due sventole in perizoma, e una bottiglia di Champagne in mano. "Benvenuto Virgil! </span><span style="font-family: 'Times New Roman';"><span style="font-size: large;">Ragazze, fate vedere all'ispettore quanto calde sapete rendere le notti di Miami..."</span></span></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-9722682299305409172015-02-26T12:08:00.000-08:002015-02-26T12:08:22.825-08:00Il sadico (Seventeen)<span style="font-size: x-large;">Faceva davvero male con le parole.<br />''Frusta'', ad esempio. Solo pronunciarla ti segnava a sangue la pelle.</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-8857405180312595972015-02-26T12:04:00.001-08:002015-02-26T12:04:24.717-08:00Favola ai tempi di Internet<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Anastasia e Genoveffa si scambiavano occhiate maligne e sorrisi ammiccanti. Due odiose e meschine sorelle sempre pronte a saltarsi alla gola ma, per una volta, complici nel lanciare improperi e riprendere di continuo la povera sorella che penava nell'agghindarle.<br />Il casting al ''Prince Hotel'' era l'evento che aspettavano da sempre.<br />Lui le avrebbe viste, squadrate e, compiaciuto, piazzate davanti la videocamera, pronte per una sfolgorante carriera.<br />Si trascinarono dietro la sorella. Bestia da soma carica di beauty case e lussuosi abiti da sfoggiare ad ogni ripresa.<br />Di principesco trovarono solo il nome sull'insegna al neon, la location era invece una bettola di infimo ordine e il principe un depravato con la faccia insolente e i modi da burino. Le pose le ordinava a cenni con la testa e irritanti smorfie.<br />Dopo i primi annoiati scatti a quelle due, insoddisfatto girò lo sguardo notando la ragazza seduta in un angolo e assorta nella lettura, mentre attendeva le sorellastre.<br />Bella al naturale, modesta negli abiti ma dalle forme assai interessanti la chiamò a sé fotografandola dalla testa ai piedi; incurante delle vivaci proteste delle megere inviperite. <br />E così ''Cenesventola'' divenne la star della webchat più cliccata della Rete.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-44030295876562143992015-02-16T12:21:00.000-08:002015-02-16T12:21:27.413-08:00L'ABILE GIOCATRICE (racconto in 15 parole)<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: x-large;">Stava perdendo.<br />La torre, provvidenzialmente, rotolò sotto il tavolo. Si accovacciò per raccoglierla. <br />Scacco matto.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-67912343055379730332015-02-16T12:11:00.003-08:002015-02-16T12:11:54.073-08:00Master Story<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Eligio Pistolotti si era scelto un nick imperioso e con un retrogusto ammaliante; di quelli che le slave si prostravano intimorite al solo passare in bacheca, fantasticando di turpi sottomissioni e lascivi giochi erotici.<br />Eligio Pistolotti era di poche ma truci parole e sguardi tenebrosi e perentori; o quantomeno lo erano quelli che postava sul profilo. Il particolare degli occhi inchiodava allo schermo visitatrici sospirose e inumidite. Difficile dire se fossero i suoi; agli appuntamenti si presentava schermandoli con occhialoni scuri dalla foggia accattivante.<br />Era di sessione. Il corpo nudo, disteso su un tavolaccio, di ''umilecagnetta88'' si rifletteva su quelle lenti cromate. Armeggiava con spaghi e mollette sul generoso e ansante petto della ragazza quando la suoneria monofonica di Matrix si irradiò nel sottotetto adibito a dungeon modello Torquemada.<br />Eligio, dal nick cazzuto e l'espressione arcigna, si incurvava annichilito man mano che dal cellulare gracchiava un vocione minaccioso.<br />''Sì picc... ah, senza i pezzi di frutta? oh, scusa. Sì. Sono un coglione...'' assentì remissivo. ''Adesso?!... No no nessun problema. Vado subito puccettina mia...'' <br />Chiusa la chiamata si schiarì la voce, riassunse un piglio severo e sentenziò la fine della seduta.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-66922178103185479372015-02-06T12:10:00.000-08:002015-02-06T12:10:04.004-08:00DOMENICA DI CARNEVALE (racconto in 15 parole)<span style="font-size: x-large;">I baci glieli gettai addosso, come coriandoli. A casa, spogliandosi, se ne ritrovò appiccicati dappertutto.</span><br />
<br />
*dal Gruppo Facebook: Racconti MignonUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-75448308849699183562015-02-06T12:02:00.001-08:002015-02-06T12:02:39.063-08:00Partenze (racconto in 15 parole)<span style="font-size: x-large;">Prese un foglio, ci strofinò sopra la punta della biro per riscaldarla. Iniziò il viaggio.</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-29019967351570780032015-02-06T11:52:00.000-08:002015-02-06T11:52:02.714-08:00Viaggi (e miraggi)<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Erminio Grisolini entrò deciso nella filiale Alpitour di Borgomanero scuotendosi di dosso la neve e, sperava il pover uomo, anche la latente depressione per una vita da modesto impiegato al Catasto.<br />I poster con panorami incantevoli, metropoli avveniristiche in mezzo al Deserto Arabico e sognanti atmosfere mitteleuropee, che tappezzavano in modo ordinato le pareti dell'agenzia, non catturarono il suo interesse quanto l'impudente scollatura dell'impiegata. Il solco tra le floride poppe della Isolde invogliava uno scorrere ardito di fantasie. <br />Di viaggi lascivi ne compiva ogni qualvolta le posava gli occhi addosso. Li fece per anni. Senza lasciare Borgomanero.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-59989859048365624232015-02-02T13:11:00.001-08:002015-02-02T13:11:19.524-08:00QUIRINALE 2115 (racconto in 15 parole)*<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;">Così H7-35 venne eletto Presidente. Nessun privilegio né faraonici stipendi. Necessitava solo di un caricabatterie.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-size: small;"></span></span><br />
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-size: small;">*dal Gruppo Facebook "Racconti Mignon"</span></span> </div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-70428873619050280942015-02-02T12:55:00.000-08:002015-02-02T12:55:00.031-08:00IL NASCONDIGLIO (racconto in 15 parole)*<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;">Trovarono uno scheletro in uniforme confederata. Avvinghiato al forziere. Fedele alla consegna. <br />Fino alla fine.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
*Dal Gruppo Facebook: Racconti Mignon</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-79178013033697359022015-02-02T12:51:00.001-08:002015-02-02T12:51:13.972-08:00PRIMOGENITURE IN TEMPI DI FAME (racconto in 15 parole)*<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;">Masticando voracemente realizzò la cazzata appena fatta. Scrollò le spalle riaffondando il muso nelle lenticchie.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-size: small;"></span></span> </div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-size: small;">*Dal Gruppo Facebook "Racconti Mignon"</span></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-35625693017490232282015-02-02T11:38:00.000-08:002015-02-02T11:38:12.720-08:00Veleno nero<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Erano andati via tutti, e Gianchetti (in arte Djanc) era rimasto solo. Come voleva. Attraversò il corridoio nella penombra e nel silenzio assoluto. Fece una smorfia incontrando la targhetta appesa alla porta. ''Direttore''. Gran-figl-di-putt, avrebbe aggiunto volentieri. Ma passò oltre. Entrò nello studio di disegno; dalla tasca interna della giacca tirò fuori una fialetta con un liquido trasparente e lo osservò alla luce di una lampada a bassa potenza. Per un attimo fu turbato da un ripensamento, ma quando l'occhio gli cadde sugli schizzi a matita di alcune vignette si scosse e prese la boccetta della china. Non poteva tirarsi indietro e lei in fondo se lo meritava. Appena uscita dalla Scuola del Fumetto ed era già lì, la troia; a scalzarlo, dopo 30 anni, dal ruolo di disegnatore del mito italiano del West.<br />Fissò disgustato quei tratti incerti; non c'era elasticità in quei cowboy, né trasmettevano senso del movimento i mustang al galoppo.<br />''Patrix'', imprecò leggendo la firma dell'autrice. Una stronza che non sapeva tenere in mano una penna; però sapeva usare la bocca, e questo bastava al figl-di-putt. Senza più tentennamenti versò il veleno nella china. Il tempo che avrebbe dedicato all'inchiostratura di quelle tavole sarebbe bastato ad avvelenarla. <br />Con crudele soddisfazione lasciò lo studio non senza aver salutato, a mo di cowboy, la sua creatura che solenne sul cavallo e winchester in spalla vide tutto da un poster.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-29748070650904800292015-01-07T13:20:00.001-08:002015-01-07T13:20:22.621-08:00La solita storia<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">La mamma avvolge le vivande nella tovaglietta e poi sciorina le solite raccomandazioni. Lei esce di casa e imbocca la retta via ma appena è fuori dalla vista del genitore taglia per il bosco. <br />Dovremmo inventare qualcosa di nuovo, sennò è sempre la solita storia. Sospira mentre fa scorrere la mano sul dorso e affonda le dita nella folta pelliccia bruna. Lui si gode quelle coccole, accucciato al suo fianco. <br />Si potrebbe fare che tu sei un impavido e fiero dominatore dei boschi e io la Regina che devi servire, e soddisfare; in qualsiasi modo. Aggiunge ammiccante. Poi si adombra in viso. Invece di inscenare cazzate per due pasti e farti impallinare da un impiccione. E io sono stufa di passare per una rincoglionita. Oh nonnina mia, ma che orecchie, che bocca, eccetera eccetera; recitò in falsetto. Come se non sapessi cos'hai tu di davvero... grosso.<br />Dopo altri sospiri e carezze si rialzano dal prato. Lei si avvicina a dei ciuffetti di margherite, ne strappa svogliatamente un po' e li ficca nel cestino di vimini. Lui si lancia nel folto della boscaglia.<br />Magari in un altro luogo tu sei uno spietato licantropo ed io un'intrepida cacciatrice, che tra un inseguimento e una disfida potrebbe finire per innamora... Glielo grida dietro ma s'interrompe sconsolata. E' già lontano, diretto verso casa della vecchia malaticcia. Pronto per l'ennesima messinscena.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-45674008883084553542014-12-21T12:26:00.001-08:002014-12-21T12:26:29.967-08:00IL VIAGGIO (drabble)<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Erano anni che lettere ne arrivavano poche. Sempre meno. Scritte con la grezza ma tenera calligrafia degli infanti.<br />Il grosso delle richieste gliele riferiva l'elfo nerd una volta pervenute le email. Le snocciolava leggendole da aggeggi simili a una tavoletta, grandi quanto un palmo di mano, e lui ne trovava incomprensibile il funzionamento. Le renne poi, anziane e indisponenti, ritenevano ormai superfluo sobbarcarsi migliaia di chilometri e gli sbalzi climatici; un clic e ci pensava SDA.<br />''Poche storie!'' sbottò Claus schioccando le redini. ''Finché non mi pensionano si fa alla vecchia maniera.''<br />E anche quel Natale iniziò il viaggio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-59312924960369134022014-12-17T13:48:00.002-08:002014-12-17T13:48:21.017-08:00LETTERA DAL FRONTE, Bamburgh 1482 (postato su Scripta Volant)<em><span style="font-size: large;">Mia amata Elizabeth, portate il nome delle più acclamate regine eppure il fato, e soprattutto i giochi di potere, vi hanno data per isposa ad un nobile decaduto i cui calzari ora affondano nel fango di una Contea sperduta di un Nord ostile; e ciò mi umilia e tormenta. Marciamo da giorni e per chissà quanti altri ancora languiremo nel marciume e nell'inospitalità di queste malsane terre, intenti nell'assedio del castello di Bamburgh. E così Worrick, un tempo il favorito del Re più pazzo che la storia abbia mai conosciuto, ora è solo un traditore da stanare e giustiziare. Ed io, mia cara, che con lui ho condiviso gloriose campagne militari e spartito i più fruttuosi bottini, lo consegnerò al boia affinché subisca l'ignominiosa fine che spetta a chi trama contro il monarca.<br />Vedi, o amata moglie, siamo tutte pedine sballottate per l'Inghilterra come fosse una scacchiera, ma basta compiacere il personaggio giusto nel momento giusto, e potremmo ritrovarci da pedine a giocatori. Un anno fa mi inginocchiai davanti al Re usurpatore giurandogli fedeltà; oggi lo disprezzo per aver elargito ad altri i favori ed i titoli che mi spettavano; ma presto troverò posto e grazia affianco al nuovo bastardo che reclamerà il trono. Nulla ossessiona più del potere. Bramarlo, conquistarlo, poi difenderlo. E' un fuoco. Arde e consuma chi lo ha tra le mani, mentre è saggio chi ne gode senza toccarlo. Re Edoardo è ridotto alla pazzia per esso, non resta che osservarlo logorarsi e poi augurare lunga vita al prossimo sovrano.<br />Credo, mia amata, di aver superato le righe giornaliere concesse dal sovrintendente. Sappiate che vi sono fedele, nonostante questi borghi pullulino di meretrici e di contadinotte assatanate. Siate assidua nella preghiera e presto vi colmerò dei beni che di cui avete diritto.<br />Perdutamente vostro,<br />sir R. Preston</span></em>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-33755367619847721002014-12-17T13:42:00.002-08:002014-12-17T13:42:42.436-08:00IL NAUFRAGIO (postato su Scripta Volant)<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Studiai a lungo le carte nautiche e i bollettini meteorologici, controllai meticolosamente l'attrezzatura elettronica, ogni bullone e ogni giuntura del <em>Gitanic</em>, il cruising ketch di cinquantadue metri che affittai per l'occasione. E, credetemi, certe occasioni non si può lasciarle scappare.<br />Salpammo da Angra do Heroismo all'alba. Non scelsi a caso il nome del luogo. Era appena salita, e con lei a bordo nulla andava lasciato al caso; non ancora.<br />Governavo la barca con sicurezza e gli istanti nei quali staccavo lo sguardo dal suo corpo, disteso al sole, li passavo a dare un'occhiata alle carte di navigazione. Doveva andare tutto alla perfezione. E ci andò. <br />La brezza che le accarezzava la pelle si fece man mano più insistente e fastidiosa; il placido dondolio sulle onde divenne un pauroso rollio tra flutti sempre più minacciosi. Lei mi si rannicchiò tra le braccia, mentre le sussurravo di non temer nulla, perchè era con me.<br />Quando passò la tempesta ci ritrovammo ancora abbracciati. Persi nell'oceano, con le vele squarciate, il motore in panne, la radio ''sfortunatamente'' fuori uso, ed io che mi mordevo la lingua per nascondere la felicità.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-7298416980460426882014-12-17T13:35:00.001-08:002014-12-17T13:35:20.732-08:00IL REGALO PER BABBO NATALE (postato su Scripta Volant)<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Una mano, avvolta nel guanto bianco, scorse il vitino liscio che si agitava lento e sinuoso, mosso dal piacere che l'altra mano le procurava esplorando tra le gambe.<br />''Oh,'' mormorò il pacioso e rubizzo vegliardo, ''sicuro hai più di vent'anni?''<br />''Sì sì sì... ventitré!'' rispose tra un ansimo e l'altro, quasi squittendo.<br />''Bella. Fresca. Soda e formosa. Sei perfetta.'' Notò il vecchio mentre controllava l'idoneità del prodotto tastando e soppesandogli le tette. ''E' davvero acuto questo bambino.''<br />''Guarda.'' Indicò alla ragazza i sacchi stracolmi di pacchi dai colori sgargianti. ''Mi chiedono trenini elettrici, biciclette, videogiochi e palloni; ma nessuno ha mai chiesto in dono un pezzo di figliola come te.'' La contemplò aggiustarsi la minigonna e riagganciare il reggiseno.<br />''Nessuno mai, prima di questo bambino italiano'', sbirciò il foglietto attraverso le lenti sulla punta del naso, ''di questo Silvio B. Uhm.'' Prese a dondolare sulla sedia assorto e dubbioso, poi il faccione, pieno e rubicondo quanto l'abito indosso, sì illuminò esterrefatto. ''Ma sì, Silvio B.! Ahah, il solito porcello! Altro che: 'sono stato un bambino buono'...'' appallottolò il foglietto lanciandolo tra i ceppi ardenti. ''Mettiti comoda, bellezza!'' rivolse un sorriso goloso alla pin-up. ''Tu resti qua. Tu sei il mio regalo di Natale. Oh-oh-oh.''</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-5271901062555702572014-12-04T13:29:00.003-08:002014-12-04T13:29:40.273-08:00La partita a Poker (postato nel gruppo Scripta Volant)<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Il ''marsigliese'' spizzicava le carte con quella lentezza e solennità che usano esibire i giocatori professionisti, o i druidi che officiano un rituale. Aristide Piottini invece se le rigirava tra le mani impaziente di schiaffare sul tavolo verde il poker d'assi che gli avrebbe permesso di recuperare la forte somma di denaro persa quella sera, e magari farci uscire anche il Cartier da duemila euro che la sua tenera Carlotta, fresca sposa, sbirciava su Internet con timore e vergogna, neanche smanettasse su youporn.<br />Aristide Piottini ne era sicuro; una mano così la batti solo se scartocci sul tavolo una scala reale. E per quanto il ''marsigliese'' fosse un eccellente e rinomato pokerista non poteva mica fabbricarsele sul momento le carte che gli servivano. E invece sì. Calò la scala reale e l'Aristide si ritrovò sotto di parecchio nei confronti di quell'eccellente e rinomato figlio di puttana. <br />Deglutì e sbiancò in viso mentre le dita che poco prima reggevano sicure le carte ora tremavano, quasi umiliate. Con terrore realizzò che sarebbe uscito da lì o con le ossa rotte o rinunciando alla Spider 2.0 Q.V. serie Hard-Top dell'86. Regalo di nozze del buon suocero. Restò di stucco quando, invece che reclamarne le chiavi, con fare sardonico il lestofante si informò sulle misure della novella signora Piottini...<br />''Ah beh che sarà mai.'' Aristide strinse rincuorato le chiavi della Spider, grato per quella mano stavolta girata meno peggio del solito.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-55522936577185537692014-10-14T12:19:00.000-07:002014-10-14T12:19:15.380-07:00DI BACI SAZIAMI...*<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">''Quanti tuoi baci ci vorranno per avvelenarmi? Lo corro volentieri il rischio, sulla tua bocca.''<br />Ammiccò di gusto alla battuta mentre gli gettava le braccia al collo e sporgeva le labbra, tinte di un ammaliante e caldo Rosso Max Factor.<br />Aveva sempre odiato lui e le sue battute; e con la giusta dose di veleno nel rossetto...</span></div>
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*racconto in 50 paroleUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-67187446099138424742014-10-14T12:13:00.001-07:002014-10-14T12:13:23.954-07:00DECISIONI DRASTICHE*<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><em>''Oh madama! Sublime creatura,<br />vogliate, ve ne prego, esser sincera. Ditemi... qual veleno mi avete instillato nella mente; negli occhi; nel sangue...<br />per far sì che io non viva più d'altro che di voi?...''</em>Madame R. sbuffando arrotolò la pergamena. Aveva sbagliato le dosi. <br />Decise di passare all'archibugio.</span></div>
<span style="font-size: large;"></span><br />
*racconto in 50 paroleUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-463760878777977331.post-3146217473614732382014-10-14T12:04:00.001-07:002014-10-14T12:04:11.118-07:00Horror wood<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Sollevai la testa, ancora frastornato per qualcosa di cui non provavo ricordo. La vista annebbiata non mi offriva che l'agitarsi di una figura sottile e sinuosa, come una fiamma di candela in mezzo agli spifferi. Feci per alzarmi ma una scarica di fitte mi investì cruda e prepotente dalla schiena ai piedi. Servì almeno a ravvivarmi i sensi.<br />La ragazza, avvinta ad uno strano essere, pareva lottare con tutte le sue forze. Poi capii quanto fosse sbagliata la mia impressione -e indiscreta la presenza.<br />I lunghi capelli si diramavano in mille direzioni, disegnando i raggi di un sole nero sul manto autunnale di foglie secche e crepitanti. La pelle diafana risaltava nell'ombra dell'amante e del bosco. Si trasfigurò di una luce inquietante e glaciale quando l'amplesso raggiunse il suo culmine. Lui si dissolse in vortice e lei mi fissò con uno sguardo truce, ed affamato.<br />Svenni di nuovo e quando fui ridesto un sapore ferroso e denso mi soffocava. Nonostante banchettasse china sulle mie interiora non potei, scorgendole il viso, evitare un pensiero su quanto fosse bella. Rantolai flebile accogliendo il sopore che prendeva ad avvolgermi. E mi rilasciai.<br />Non date passaggi alle autostoppiste che incontrate su strade che tagliano i boschi. Soprattutto se di notte.<br />Soprattutto se dall'aspetto innocuo e terrorizzato.<br />Soprattutto se belle.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0