venerdì 14 settembre 2012

Il puzzle

Le loro storie erano un immenso puzzle con i pezzi attaccati alla rinfusa. 
I loro sogni erano tramonti su mari diversi. Tramonti distanti. Tramonti di cartone con un Sole senza calore e senza colore. Ma erano ancora loro, sarebbero stati ancora loro, sarebbero stati sempre loro. Come un immenso magnifico puzzle raffigurante tutte le meraviglie del mondo racchiuse in un attimo. L'attimo di un bacio sulle labbra. Di un respiro scambiato. L'attimo in cui si può ammirare un puzzle appena completato, prima di accorgersi che ne manca un pezzo. Prima che l'occhio corra impietoso a svelare la crudezza di un punto vuoto. Vuoto ed amaro come una sconfitta.
Prima di realizzare che quel pezzo se l'è rubato il destino. Quel pezzo mancherà sempre, o è mancato da sempre. Realizzare che nessun altro pezzo, per quanto vicino o somigliante, sarebbe mai riuscito a combaciare in quel mosaico, coprire quel buco, e completare quel puzzle. 
Sarebbe stato impossibile, come impossibile è riempire un buco in un sogno.


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