domenica 3 febbraio 2013

La pelle che si compra

La pelle era quella che pagava a cartate di euro. Era merce, spesso di tonalità differenti: nera come l'ebano, caramellata al Sole del Magreb, odorante di saudade e samba o pallida e indurita al freddo del Baltico.
Le raccoglieva sui viali proibiti, le caricava in auto e lì o in una stamberga qualunque vi scriveva sopra le sue voglie. Le tracciava con schizzi di sperma, le segnava con lacci, le firmava con i graffi di un amplesso tra l'impetuoso ed il ridicolo.
Con lui ci andavano volentieri (?), non contrattava mai anzi elargiva compensi extra. "Arriva il Nobile", si bisbigliavano ridendo le ragazze, riconoscendo la sua auto.
A casa poi, per la pelle della moglie e delle figlie, con la stessa età dei suoi ''acquisti'', erano solo carezze e teneri baci.

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