"Come stai?"
"Me l'hai chiesto ieri...ed il giorno prima..." si passò le dita tra i capelli, grigi, lunghi e disordinati, "...a dire il vero me lo stai chiedendo di continuo, da quando hai deciso di prenderti cura di me..."
Si guardò intorno, come spaesato. Scostò la sedia dal tavolino e si sedette lentamente, dosando le forze e rilasciando un sospiro stanco. Si avvicinò il giornale piegato in due e lo squadrò cercando di mettere a fuoco le scritte, poi con espressione arresa lo lasciò ricadere sul piano.
"Merda. Meglio non leggere."
Sollevò lo sguardo sulla donna che lo osservava immobile ed in silenzio,come un soldatino ubbidiente ed affranto.
"Beh, cara, ho una brutta notizia, per te... Sto bene..." Glielo disse col volto scavato, le labbra sottili e sferzanti e gli occhi rabbiosi. "...Quindi devi rivedere i dosaggi delle medicine che mi propini. Tesoro."
Erano sempre taglienti le frecciate di quel vecchio pazzo sull'anima di quella donnina tanto amorevole.
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