Erano tempi di crisi. Fogli accartocciati e calamai rovesciati sul pavimento. Nelle chiazze di nero lucido si rifletteva tutto il vuoto delle pareti, e del cielo oltre la finestra.
Non sapeva dove diavolo metter le mani quella mattina. Doveva scriverlo ilromanzodellasuavita. Certo se fosse stata una 'Vita' l'avrebbe scritta da un pezzo, o l'avrebbe fatto qualcuno per lui; uno dei tanti più bravi, di lui.
Si decise. Stese il braccio sul tavolino, serrò il pugno e la punta del pennino affondò nella carne.
Nulla di grave successe. Non perse neanche sangue. Con rammarico notò che ne bastarono due sole gocce per iniziare e finire quel romanzo.
A conti fatti neanche dieci righe.
questo racconto è proprio
RispondiEliminaio bello