"Ti abbraccio forte forte a presto :-*"
E lo fece. Si incontrarono e l'abbracciò. Così forte da fermarle il respiro. E scuoterla, con un brivido. Continuò nella stretta e l'affetto mutò in impeto, come il vermiglio del crepuscolo diventa il viola della sera. I timidi sospiri divennero respiri scippati, e quando il fiato le si spezzò nei polmoni lei si spezzò come una canna. Ed il viola della sera divenne il nero della notte. Poi una stella pallida e smunta la adagiò sull'erba e vegliò su di lei. La Luna le sussurrò una cantilena gitana, struggente ed antica. Il Sole, con vana e commovente tenerezza, la carezzò coi suoi raggi. Le stagioni coprirono quel prato dei loro folli colori, come fosse la tela di un pittore incostante e distratto. La pioggia pianse lacrime e grandine su quella tomba ammantata di trifogli e macchiata di margherite e campanule, in una muta crudele e assurda benedizione. La brezza dei colli spinse in mare l'orrore, le preghiere degli uomini le ingoiò la marea, insieme alle illusioni di una fanciulla spezzata.
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