martedì 14 ottobre 2014

Horror wood

Sollevai la testa, ancora frastornato per qualcosa di cui non provavo ricordo. La vista annebbiata non mi offriva che l'agitarsi di una figura sottile e sinuosa, come una fiamma di candela in mezzo agli spifferi. Feci per alzarmi ma una scarica di fitte mi investì cruda e prepotente dalla schiena ai piedi. Servì almeno a ravvivarmi i sensi.
La ragazza, avvinta ad uno strano essere, pareva lottare con tutte le sue forze. Poi capii quanto fosse sbagliata la mia impressione -e indiscreta la presenza.
I lunghi capelli si diramavano in mille direzioni, disegnando i raggi di un sole nero sul manto autunnale di foglie secche e crepitanti. La pelle diafana risaltava nell'ombra dell'amante e del bosco. Si trasfigurò di una luce inquietante e glaciale quando l'amplesso raggiunse il suo culmine. Lui si dissolse in vortice e lei mi fissò con uno sguardo truce, ed affamato.
Svenni di nuovo e quando fui ridesto un sapore ferroso e denso mi soffocava. Nonostante banchettasse china sulle mie interiora non potei, scorgendole il viso, evitare un pensiero su quanto fosse bella. Rantolai flebile accogliendo il sopore che prendeva ad avvolgermi. E mi rilasciai.
Non date passaggi alle autostoppiste che incontrate su strade che tagliano i boschi. Soprattutto se di notte.
Soprattutto se dall'aspetto innocuo e terrorizzato.
Soprattutto se belle.

Nessun commento:

Posta un commento