Grazia il nome ce l'ha anche nelle dita. Oltre che negli occhi, grandi neri e lucidi, come i sassi leccati dal mare della sua Sicilia.
I suoi racconti di shampista? Oh no! No. Lei non racconta nulla, non spettegola su niente e nessuno. Timida ed educata pensa a fare il suo lavoro e sogna il Conservatorio.
Intanto sotto le sue dita ci si sente come la tastiera di un pianoforte. Ci sfiora, accarezza, friziona, ed è il concerto di una pianista sopraffina. Sono momenti da assaporare in silenzio. Lo scorrere dell'acqua è poi l'applauso scrosciante dopo l'esibizione.
Che grazia, Grazia.
Roba da far la coda per avere il biglietto. Niente racconti da lei. Solo massaggi che diventano musica.
*Pubblicato sul Gruppo Facebook 'Micro Racconti Segreti'.
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