lunedì 25 novembre 2013

Frammento...

Sentirla ridere. 
Emozionarsi.
Sussurrare. 
Godere. 
Pronunciare il mio nome... 
Vivo più di quell'ora rubata alla penombra, che di una vita scaldata al sole.


Penne

Ci sono penne che duran decenni
e l'inchiostro non si vuole esaurire. 
Sono penne che non accettan la fine 
se non han prima scritto d'Amore.


L'arte che si scrive

Non so tenere una penna in mano.
Ho provato ad imparare, con impegno e diligenza, come usarla. 
Ma niente.
Ho solo squarciato fogli e rovesciato calamai.
Piantato l'acciaio acuminato del pennino sul truciolato; sentito per ore il gocciolio lento e assillante dell'inchiostro stillare dal bordo del tavolo, e ingrossare chiazze nere e oleose.
E niente Arte.
Solo rabbia.
Poi, un corpo. Il suo.
La pelle a farsi foglio pregiato, il piacere a farsi inchiostro, le mie labbra a vergare fantasie sempre più audaci e proibite.
La lingua a lasciare umide firme su quei capolavori di carne.
La bacio e sa di buono.
Sa di Arte.
Che si scrive solo così.

sabato 2 novembre 2013

Il Borsalino

Osservava la bianca e spumosa scia solcare lo specchio grigio e increspato del lago. L'aliscafo tagliava l'acqua e il paesaggio, abbrancato al pendio e variopinto come un presepe, si allontanava. E a lui parve sorridesse, sornione e complice.
Era un addio quello, non il solito arrivederci di fine estate.
Lasciava che l'aria fredda del primo mattino gli tagliasse faccia e pensieri. E soprattutto i ricordi. Tanti anni vissuti con la moglie in un menage, a suo dire, perfetto. Poi, come se il Destino si fosse divertito ad abbozzare un romanzetto da due soldi, il viaggio in Africa vinto ad una lotteria; la passione per le manifatture di un villaggio del Senegal. Statuette in avorio, incisioni in legno. I contatti con altri appassionati.
Troppi, contatti. E troppo appassionati.
Rincasò prima del solito quella sera, l'ultima. Il proprietario di un negozio di artigianato esotico, un tipo a suo parere insignificante, assestava frenetici colpi di bacino a sua moglie che gemeva nuda sul tavolo del salotto. Con i calzoni afflosciati ai polpacci ed un cappello in testa ancheggiava dando le spalle all'entrata. Abbandonato nel corridoio uno scatolone da cui spuntavano lunghi cilindri di legno nero intagliati. Ne prese uno sfilandolo dagli altri con cautela, lo soppesò agitandolo a mezz'aria e poi... La sirena di un traghetto lo riportò al presente.

Lo teneva stretto in mano, nascosto sotto il paltò, poi approfittò di una raffica più forte, sollevò il braccio lentamente, come fosse un sacerdote intento in un rito solenne, e lasciò che il vento glielo strappasse facendolo piroettare per decine di metri prima di farlo cadere in acqua. Sorrise alienato. Lo aveva sempre voluto un Borsalino. Ma non quello e non così, sgualcito e imbrattato di sangue.

sabato 19 ottobre 2013

Cento giorni (2) (Drabble)

"Domani?" Ad ogni tramonto facevo la stessa domanda.
"Sì. Domani." E mi davo la stessa fiduciosa risposta.
Lui invece aveva smesso di parlare già il diciassettesimo giorno. Fu la sua fine. Per i successivi otto si limitò a consumare la razione d'acqua e cibo che gli toccava, la stessa che toccava a me; sempre più piccola. Poi si arrese e, crudele a dirlo, le mie razioni aumentarono.
Lo odiai quando vidi che smise di sperare. Ora capisco che devo la vita alla sua codarda rinuncia. 
Cento giorni sperduti in mare. 
Li ricordo tutti. Ho ancora delle razioni. 
E spero. 

Cento giorni (1) (Drabble)

Racconti brevi.
Brevissimi.
Composti con un numero di parole pari alle dita delle proprie mani o tanto lunghi da riempire quaderni, e notti. Drabble, Haiku, canti e poesie. 
Poi sospiri. 
Tanti sospiri. 
Ogni pulsione, ogni guizzo, ogni spasmo agonizzante dei suoi muscoli non era altro che un sussulto della sua anima. Un viaggio astrale. Un desiderio che si faceva parola e riempiva ogni spazio bianco (un pezzo di carta, una nuvola, il lembo di un fazzoletto) e ogni giorno
Ogni parola era un bacio su quel corpo distante ma reale e presente.
Cento giorni, ed ogni giorno era il primo.

venerdì 30 agosto 2013

Rinascere

Se potesse rinascere...
Ad ogni alba riecheggerebbe il suo primo vagito, e si spegnerebbe con l'ultima stella della notte.
Farebbe tutti quegli sbagli che avrebbero potuto rovinargli questa vita. Prenderebbe quegli schiaffi che ti son rimasti appiccicati nel palmo della mano.
Rinascerebbe stavolta con la fronte segnata dagli insulti che hai trattenuto tra i denti. Vivrebbe con le pupille bruciate dal sole, e non con gli occhi comodamente riparati nella penombra (che se ti cala la palpebra poi non la rialzi più).
Rinascerebbe nell'acqua per morire nel fuoco. Ogni volta.
Rinascerebbe, se potesse. Lo farebbe turbandoti per le sconcezze sussurrate e l'impudenza delle sue dita.
Rinascerebbe per ritrovarti. Amarti. Consumarti. Consumarsi. E ricominciare.
Lo farebbe, sì. Fidati, io lo conosco. Ma qui rinascono solo i sogni.

Pensieri, di una Estate che non finisce mai. (a Vale)

E scivolarono su quel corpo, come petali di mille fiori diversi.
Immagina una camera da letto, bianca. Pulita, semplice, essenziale. Leggera. Attraversata dalla fulgida e dolciastra luce del giorno, e dalle ardite e salati fantasie delle notti.
Immagina tutto quel bianco raggiante in cui si staglia, racchiuso in una finestra, il più azzurro dei cieli ed il più rosso dei tramonti; il nero più intenso dei temporali estivi e quello schiarito dal solco luminoso di una stella cadente.
Immagina la tenda gonfiata e sollevata dal vento frizzante del mattino ed un getto che da fuori si riversa su quel corpo prono nudo e sfinito, adagiato sul materasso.
Un getto di petali variopinti che svolazzano nell'aria per poi planare sulla pelle, lambire i tuoi battiti. E per ogni loro tocco un fremito che avverto sulle labbra.
Immagina Tu, ora. Io l'ho già fatto.
 

lunedì 19 agosto 2013

Riflessioni sulle note di una favoletta (Drabble*)

Ricordi quale stella era? La seconda, se non sbaglio. Vero? La seconda. A destra.
Sulla collinetta a picco sul mare, da uno spiazzo, circondato dai cespugli di ginestra, indicavamo il cielo.
Ricordi il passaggio stretto e tortuoso per arrivarci? E testarda ti ostinavi a farlo a piedi scalzi per istigarmi a imitarti? Non ho mai accettato le provocazioni. Né quella né le altre, tutte, presentatesi nel cammino.
Il cammino, già. Era quello, dopo svoltata la stella, sempre dritto. Semplice. Ma chiuso nell'orgoglio mi sono smarrito nella notte.
Ma tu va', lo meriti. Vai sempre dritta.
E troverai il mattino.


*Drabble: componimento di 100 parole

La notte di San Lorenzo (Drabble*)

Non è la notte di chi non alza più gli occhi al cielo, ormai.
Di chi ad essi ha negato la visione di ogni tramonto, di ogni alba, e del tempo che nel mezzo vi scorre.
Di chi si è negato ogni pensiero, non è la notte.
Desideri solcheranno il buio dell'anima. Illusioni illumineranno la ragione per il tempo di un battito di ciglia. Poi sarà tutto oscurità, come prima e come sempre. Poi quel desiderio da esprimere morirà tra le labbra, incompiuto. Sempre troppo complicato da esporre persino a se stessi. Sempre troppo breve il tempo per formularlo.


Drabble: componimento in 100 parole