mercoledì 7 gennaio 2015

La solita storia

La mamma avvolge le vivande nella tovaglietta e poi sciorina le solite raccomandazioni. Lei esce di casa e imbocca la retta via ma appena è fuori dalla vista del genitore taglia per il bosco.
Dovremmo inventare qualcosa di nuovo, sennò è sempre la solita storia. Sospira mentre fa scorrere la mano sul dorso e affonda le dita nella folta pelliccia bruna. Lui si gode quelle coccole, accucciato al suo fianco.
Si potrebbe fare che tu sei un impavido e fiero dominatore dei boschi e io la Regina che devi servire, e soddisfare; in qualsiasi modo. Aggiunge ammiccante. Poi si adombra in viso. Invece di inscenare cazzate per due pasti e farti impallinare da un impiccione. E io sono stufa di passare per una rincoglionita. Oh nonnina mia, ma che orecchie, che bocca, eccetera eccetera; recitò in falsetto. Come se non sapessi cos'hai tu di davvero... grosso.
Dopo altri sospiri e carezze si rialzano dal prato. Lei si avvicina a dei ciuffetti di margherite, ne strappa svogliatamente un po' e li ficca nel cestino di vimini. Lui si lancia nel folto della boscaglia.
Magari in un altro luogo tu sei uno spietato licantropo ed io un'intrepida cacciatrice, che tra un inseguimento e una disfida potrebbe finire per innamora... Glielo grida dietro ma s'interrompe sconsolata. E' già lontano, diretto verso casa della vecchia malaticcia. Pronto per l'ennesima messinscena.