giovedì 6 febbraio 2014

"O adorabile strega,"

La mano svela un inusuale tremore nel calcare la punta della penna d'oca sulla pergamena. Tremore che, nel tragitto tra il calamaio ed il foglio, ha cagionato la caduta di una goccia d'inchiostro sullo scrittoio. La macchia nera che ristagna sul piano è dal giovane scrutata attentamente, come se, a seconda della forma assunta, fosse indicatrice di chissà quale fosco presagio. Egli però, dopo anni di segreto amore per l'avvenente figlia del mugnaio, è deciso a non nasconderle oltre quel suo tenero sentimento, e lo dimostra con un deciso scrollar del capo ed un vergare di penna più disinvolto. "...è risaputa, in tutta la Contea, la Vostra predilezione per quegli errabondi cialtroni dediti al gioco d'azzardo ed alle pinte di birra, assai poco curati nell'aspetto e nell'anima. La posizione della mia stanza permette di ammirare, a metà collina, il maestoso albero di noce e di osservare le lascive ed inenarrabili copulazioni a cui vi lasciate oscenamente andare, credendovi celati dalla sua verdeggiante chioma. Ahimè mai, in vita mia, ho frequentato le bettole ove pullula la gentaglia a cui tanta importanza date, né ho mai permesso alla mia barba di attardarsi più di un giorno sul mio mento; ho trattato ogni donna con la grazia che si deve ad una sovrana, sfiorata con un bocciolo di rosa, mai offesa con un gesto sgarbato... mai. O adorabile strega, e sia! vi piacciono i dannati, ma, diamine, se voleste per una volta cambiare gusti!...