venerdì 30 agosto 2013

Rinascere

Se potesse rinascere...
Ad ogni alba riecheggerebbe il suo primo vagito, e si spegnerebbe con l'ultima stella della notte.
Farebbe tutti quegli sbagli che avrebbero potuto rovinargli questa vita. Prenderebbe quegli schiaffi che ti son rimasti appiccicati nel palmo della mano.
Rinascerebbe stavolta con la fronte segnata dagli insulti che hai trattenuto tra i denti. Vivrebbe con le pupille bruciate dal sole, e non con gli occhi comodamente riparati nella penombra (che se ti cala la palpebra poi non la rialzi più).
Rinascerebbe nell'acqua per morire nel fuoco. Ogni volta.
Rinascerebbe, se potesse. Lo farebbe turbandoti per le sconcezze sussurrate e l'impudenza delle sue dita.
Rinascerebbe per ritrovarti. Amarti. Consumarti. Consumarsi. E ricominciare.
Lo farebbe, sì. Fidati, io lo conosco. Ma qui rinascono solo i sogni.

Pensieri, di una Estate che non finisce mai. (a Vale)

E scivolarono su quel corpo, come petali di mille fiori diversi.
Immagina una camera da letto, bianca. Pulita, semplice, essenziale. Leggera. Attraversata dalla fulgida e dolciastra luce del giorno, e dalle ardite e salati fantasie delle notti.
Immagina tutto quel bianco raggiante in cui si staglia, racchiuso in una finestra, il più azzurro dei cieli ed il più rosso dei tramonti; il nero più intenso dei temporali estivi e quello schiarito dal solco luminoso di una stella cadente.
Immagina la tenda gonfiata e sollevata dal vento frizzante del mattino ed un getto che da fuori si riversa su quel corpo prono nudo e sfinito, adagiato sul materasso.
Un getto di petali variopinti che svolazzano nell'aria per poi planare sulla pelle, lambire i tuoi battiti. E per ogni loro tocco un fremito che avverto sulle labbra.
Immagina Tu, ora. Io l'ho già fatto.
 

lunedì 19 agosto 2013

Riflessioni sulle note di una favoletta (Drabble*)

Ricordi quale stella era? La seconda, se non sbaglio. Vero? La seconda. A destra.
Sulla collinetta a picco sul mare, da uno spiazzo, circondato dai cespugli di ginestra, indicavamo il cielo.
Ricordi il passaggio stretto e tortuoso per arrivarci? E testarda ti ostinavi a farlo a piedi scalzi per istigarmi a imitarti? Non ho mai accettato le provocazioni. Né quella né le altre, tutte, presentatesi nel cammino.
Il cammino, già. Era quello, dopo svoltata la stella, sempre dritto. Semplice. Ma chiuso nell'orgoglio mi sono smarrito nella notte.
Ma tu va', lo meriti. Vai sempre dritta.
E troverai il mattino.


*Drabble: componimento di 100 parole

La notte di San Lorenzo (Drabble*)

Non è la notte di chi non alza più gli occhi al cielo, ormai.
Di chi ad essi ha negato la visione di ogni tramonto, di ogni alba, e del tempo che nel mezzo vi scorre.
Di chi si è negato ogni pensiero, non è la notte.
Desideri solcheranno il buio dell'anima. Illusioni illumineranno la ragione per il tempo di un battito di ciglia. Poi sarà tutto oscurità, come prima e come sempre. Poi quel desiderio da esprimere morirà tra le labbra, incompiuto. Sempre troppo complicato da esporre persino a se stessi. Sempre troppo breve il tempo per formularlo.


Drabble: componimento in 100 parole

La partenza

Stavo per andarmene, da solo, quando vidi una ragazza, con la pelle bianca come la neve raggiungermi affannata e tremante nel sottoscala. Ansimò un po’ poi sfilò dalla giacca una custodia metallica.
Un sorriso impaziente, “vedrai vedrai”, e gli occhi arrossati ma di un nero ancora vivo. Tenacemente vivo.
Aprì l’astuccio, tolse due siringhe, sussurrò qualcosa su dei cristalli (non la capii). Srotolò un sacchetto di cellophane, prese dei granuli bianchi e li versò in un cucchiaio. Aspirò con l’ago un liquido da una boccetta e lo schizzò sui granelli che presero a friggere quando scaldò il cucchiaio con la fiamma di un accendino.
La fissai sorpreso e quasi seccato. Cos’è?
Oh, sussurrò, un sogno. Un bellissimo sogno. Ed un viaggio.
Stavo per andarmene da solo. Mi prese il braccio, e partii con lei.

domenica 4 agosto 2013

Il romanzo (Due gocce di sangue)

Erano tempi di crisi. Fogli accartocciati e calamai rovesciati sul pavimento. Nelle chiazze di nero lucido si rifletteva tutto il vuoto delle pareti, e del cielo oltre la finestra.
Non sapeva dove diavolo metter le mani quella mattina. Doveva scriverlo ilromanzodellasuavita. Certo se fosse stata una 'Vita' l'avrebbe scritta da un pezzo, o l'avrebbe fatto qualcuno per lui; uno dei tanti più bravi, di lui.
Si decise. Stese il braccio sul tavolino, serrò il pugno e la punta del pennino affondò nella carne.
Nulla di grave successe. Non perse neanche sangue. Con rammarico notò che ne bastarono due sole gocce per iniziare e finire quel romanzo.
A conti fatti neanche dieci righe.

giovedì 1 agosto 2013

La Regina

Anna fissò il tramonto. Jacques sellò il cavallo, assicurò la spada alle cinghie di cuoio, si avvolse nel pesante mantello e si avviò per il sentiero un'ultima volta. 
Un tempo, felici e spensierati, si giurarono un amore eterno, poi le loro strade si divisero. Anna era bella; troppo, per non attirare le bramose lusinghe di un Re. Divenne Regina ma era tutta passione e niente scaltrezza. Una pedina incantevole mossa da mani avvezze a giochi di potere. Jacques girò l'Europa, era in gamba nel suo lavoro. Non si rividero per anni, poi lei mando a chiamarlo. Voleva solo lui per quel compito.
Jacques varcò la soglia della sua destinazione in una cupa alba di Maggio. Aveva deciso, sarebbe stato il suo ultimo lavoro. Il loro ultimo giorno.
"Vostra Maestà." Il Conestabile, affranto, entrò nella cella. "Il boia è giunto."

Il pirata (tema: il regalo del pirata)*

Il pirata solcò i sette mari settanta volte sette. Conquistò tesori preziosi. Strappò forzieri dalle mani di ammiragli e medaglie dal loro petto. Lese tutte le maestà d'Europa e offese tutte le stelle del cielo.
Sulla schiena un reticolo di cicatrici a segnare una mappa che narrava di solenni battaglie tra i marosi; infime risse di taverna, graffi di puttane, tradimenti e diserzioni. Sulla faccia un sorriso impertinente e negli occhi sprazzi ora crudeli ora malinconici. Ma solo lampi, quest'ultimi, come a ricordare un arrembaggio fallito.
Andò a morire, vecchio e stanco, su uno scoglio nel mezzo dell'oceano. Una massa nuda e rocciosa che non aveva nome ma, celato tra speroni ammorbiditi dalle onde, solo un ricordo. Un bacio dato a una sirena, una notte proibita e lontana di tanti anni prima. Lì aveva sepolto il suo Cuore e lì abbandonò la sua carcassa.
Non c'è il regalo.
No, non c'è. Perchè in questa storia, come nella vita, nessuno ti regala niente.

* Gruppo Facebook Microracconti Segreti

Il pirata e il giustiziere

Bene!, esclamo tra se sfogliando una cartella. Assassino, stupratore di vergini, torturatore; poi predatore, ladro e -mettiamo pure- inquinatore di mari. Ho raccolto materiale sufficiente a procurarti una marea (sollevò ironico un sopracciglio e l'angolo della bocca) di condanne. 
Lo Stato della Florida ti infliggerebbe anni di carcere, poi l'iniezione letale. Io no, preferisco andare dritto al finale. E' deciso: devi solo attraccare al molo, e mi troverai lì.
Facile, fin troppo, riconoscerlo quando scese dal galeone. Il picchiettio della gamba di legno si interruppe mentre attraversava una zona d'ombra. 
Dexter gli passò un braccio attorno alla gola, e strinse. L'ago sprizzò un minuscolo getto liquido.
Lui strabuzzò l'occhio, sorpreso e terrorizzato, poi lo chiuse. Riaprendolo si trovò disteso e legato ad un tavolo. "Liberami. Posso darti un tesoro, ho una mappa che..." No, Barbanera. Stavolta ce l'ho io un regalo per te. Gli sorrise mentre la lama della sciabola luccicò nel buio.